LA DONNA SPETTATRICE DELL’ARTE

Arte e politica delle donne convivono in me. Per esporre i  miei lavori ho privilegiato i luoghi del femminismo, anche con dibattiti sulla problematica delle donne artiste.  Nasce da questo intreccio – e dal desiderio di condividere con altre le mie riflessioni – un laboratorio:  la donna spettatrice dell’arte. Laboratorio che ho tenuto in città e realtà diverse, che si è arricchito, nel tempo,  con l’esperienza artistica e politica che andavo facendo.

Con il ciclo di incontri “la donna spettatrice dell’arte” ho raccontato ad altre donne come ho imparato a stare di fronte ad un’opera. Come ho trovato il coraggio di nominare, di fronte a certe opere, il fastidio nel riconoscere un messaggio fortemente sessuato e che invece mi veniva indicato come neutro e universale. Quante volte ho sentito esaltare la sensibilità femminile dell’artista maschio! Per non parlare delle opere come metafora del generare maschile, al pari di un figlio per una donna. Ma nessun saggio critico mi ha mai convinto, anche quando ero molto giovane, che il sesso dell’artista fosse irrilevante rispetto alla produzione, ma soprattutto per la costruzione del sistema dell’arte. Nella mia personale ricerca mi sono fatta guidare dalle somiglianze e dalle differenze delle opere, ma anche dalle condizioni di vita degli artisti, maschi e femmine.

Devo a Carla Lonzi il titolo che ho scelto e mantenuto in tutte le edizioni:

La creatività maschile ha come interlocutore un’altra creatività maschile, ma come cliente e spettatrice di questa operazione mantiene la donna il cui stato esclude la competitività.” (Rivolta Femminile, marzo 1971)

Ho tenuto il primo laboratorio a Pesaro nel 2003, poi a Roma più volte, Lecce, Paestum, Livorno, dove sarei dovuta tornare, ma il Covid ha imposto una pausa. Il Laboratorio riparte da Lecce al Centro Antiviolenza Renata Fonte nel 2022.

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